Canoni idrici 2024, via libera agli accordi tra Regione Lombardia e gli enti territoriali
di Redazione
25/11/2025
Ci sono risorse che parlano dei territori più di qualsiasi documento programmatico, e quelle generate dalle grandi derivazioni idroelettriche rientrano certamente tra queste. La Giunta regionale ha approvato le convenzioni che permetteranno alla Città Metropolitana di Milano e alle Province di Bergamo, Como, Lecco, Monza Brianza e Varese di utilizzare la quota loro destinata dei canoni incassati nel 2024. Una cifra che supera i sei milioni e che, come ha ricordato l’assessore Massimo Sertori, è destinata a diventare opera pubblica, manutenzione, sicurezza, servizi.
Dalla montagna ai centri urbani, la ricaduta diretta delle risorse idriche
Il meccanismo è ormai consolidato: i territori che ospitano impianti e infrastrutture legate alla produzione idroelettrica ricevono una quota dei proventi, con l’impegno di trasformare quelle risorse in interventi utili alle comunità. Bergamo guida la lista con 3,5 milioni, seguita da Varese, mentre Milano riceve 409 mila euro per progetti individuati nei mesi scorsi in collaborazione con la Regione. Lecco, Como e Monza Brianza completano il quadro, ciascuna con una dotazione dedicata.
Le esigenze, naturalmente, cambiano da provincia a provincia. Ci sono aree dove le priorità riguardano la sicurezza delle infrastrutture e la mitigazione del rischio idrogeologico; altre dove gli investimenti serviranno a riqualificare tratti di rete o a sostenere opere di manutenzione straordinaria. Tutte, però, condividono la logica di fondo: reinvestire sul territorio una parte della ricchezza generata dall’acqua che attraversa le vallate e alimenta la produzione energetica.
Un federalismo idrico che si traduce in interventi concreti
Sertori ha ribadito un concetto che accompagna da anni la sua azione politica: l’acqua deve restare un motore di sviluppo locale, e non un flusso economico che si esaurisce lontano da dove nasce. Con le nuove convenzioni, la Regione conferma questo orientamento, lasciando ai territori il compito di indirizzare progetti e tempistiche sulla base delle proprie urgenze.
La distribuzione delle risorse non chiude un ciclo, ma apre una fase operativa che sarà decisiva per verificare la capacità degli enti locali di tradurre i fondi in risultati tangibili per cittadini e imprese.
Redazione
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