Influenza A, crescita anticipata dei casi in Lombardia: il quadro e le indicazioni della Regione

L’incremento dei tamponi positivi al virus influenzale A registrato nei servizi territoriali lombardi suggerisce un avvio precoce della stagione influenzale. Le segnalazioni provenienti da Medici di Medicina Generale, Pediatri di Libera Scelta e Pronto Soccorso mostrano un andamento omogeneo, con percentuali significativamente più alte rispetto all’anno scorso e una tendenza che coincide con quanto osservato in altri Paesi europei.

Dati più elevati tra MMG/PLS e in Pronto Soccorso

Nella settimana di monitoraggio, i tamponi positivi refertati da medici e pediatri raggiungono il 12,2%, un valore che supera di gran lunga lo 0,9% registrato nel 2024. Anche i Pronto Soccorso rilevano una crescita marcata: l’11% dei tamponi risulta positivo, rispetto al 2% dell’anno precedente. Questi numeri non indicano una situazione emergenziale, ma delineano un quadro che richiede attenzione, poiché un afflusso anticipato di pazienti potrebbe determinare, nelle prossime settimane, una pressione maggiore sugli ambulatori e sulle strutture ospedaliere.

Campagna vaccinale: adesioni in aumento, focus sugli over 60 e sui giovani

La Regione ricorda che la vaccinazione antinfluenzale è consigliata in modo particolare agli over 60, ai minori fino a 18 anni, alle donne in gravidanza, ai soggetti fragili e agli operatori sanitari. La somministrazione è gratuita per tutti, e può essere effettuata tramite medico di base, pediatra, farmacia o prenotazione sul portale Prenota Salute.

Per bambini e ragazzi tra 2 e 17 anni è disponibile il vaccino in spray nasale, uno strumento che ha contribuito a rendere più agevole l’adesione delle famiglie. Le somministrazioni hanno raggiunto 1.830.861 dosi, con un incremento di circa 80.000 unità rispetto allo scorso anno, segno di una maggiore sensibilità e di un coinvolgimento crescente dei cittadini. L’assessore Guido Bertolaso ha posto l’accento sull’impegno della rete sanitaria, spiegando che «l’anticipo del virus non deve suscitare allarme ma responsabilità, perché vaccinarsi significa proteggere se stessi e chi rischia complicanze più serie».