Pavia, l’appello delle associazioni: “No alla colonizzazione degli allevamenti intensivi”
di Redazione
29/10/2025
Legambiente Lombardia, Essere Animali e Terra! lanciano un appello condiviso alle istituzioni pavesi per fermare l’espansione degli allevamenti industriali e avviare una transizione agroecologica fondata su qualità, benessere animale e sostenibilità.
Agricoltura di qualità e rischio industrializzazione
Con le sue ampie superfici coltivate, Pavia è la prima provincia agricola della Lombardia, una terra che mantiene una forte diversificazione produttiva orientata all’alimentazione umana e una vocazione naturale al biologico. Oltre il 10% delle aziende agricole locali ha scelto metodi di produzione sostenibili, un dato nettamente superiore alla media regionale.
Ma proprio questa ricchezza, spiegano le associazioni, sta attirando gli interessi dell’allevamento intensivo, in fuga dalle aree già sature e ambientalmente compromesse. I progetti per migliaia di galline ovaiole a Casei Gerola e Travacò Siccomario rappresentano un segnale d’allarme per il territorio, che rischia di veder compromessa la propria identità agricola.
Una transizione agroecologica per la salute e il territorio
Le associazioni chiedono agli enti locali di seguire l’esempio di Travacò, che si è impegnato a introdurre strumenti urbanistici per impedire nuovi insediamenti intensivi. La richiesta si inserisce nel solco della proposta di legge nazionale sulla conversione agroecologica (PdL 1760), volta a sostenere una trasformazione del settore zootecnico, migliorando le condizioni di allevamento e l’impatto ambientale.
“Produrre meno, ma meglio: questa è la strada per proteggere salute, paesaggio e comunità rurali,” dichiarano le associazioni.
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